mercoledì 5 ottobre 2022

Frottage creativo

 

Dal sito http://simonabalmelli.blogspot.com/2016/02/frottage-una-tecnica-dai-mille-usi.html  (tecnica di Bruno Munari)

FROTTAGE, UNA TECNICA DAI MILLE USI

Chi di voi non ha mai ricalcato una monetina? O una foglia?


Oggi vorrei parlarvi di una tecnica di ricalco che spesso viene utilizzata in maniera troppo stereotipata giocando appunto a ricalcare monete o foglie.
Questa tecnica ha invece un grande potenziale e consente molta libertà di sperimentazione.

Sto parlando della tecnica del frottage che in epoca moderna fu riscoperta dall'artista surrealista Max Ernst chiamandola in un primo momento grattage e poi successivamente con il nome che tutti conosciamo.

Il frottage è una tecnica basata sullo sfregamento. Già nell'antica Cina e nella Grecia classica utilizzavano questa tecnica per ricavare delle copie di bassorilievi su carta di riso o pergamena. Max Ernst la riscoprì ricalcando il pavimento in legno del suo studio. Appoggiò un foglio sul pavimento e con una matita sfregò ottenendo così una copia del legno in rilievo.
Capì che un gesto così semplice e immediato aveva un grande potenziale. Sperimentò questa tecnica per creare negli anni '20 una serie di lavori sul tema della natura pubblicati nel suo Historie Naturelle.


Max Ernst – Histoire naturelle – anni '20

Max Ernst – L'intera città – 1934

Il frottage consente molti modi per sperimentare la tecnica e per fare ricerca. Uno di questi potrebbe essere quello di catturare la pelle delle cose. Innanzitutto occorre osservare bene ciò che ci circonda per poi scoprire che quasi ogni cosa ha una texture in rilievo.
Pensiamo al nostro ambiente quotidiano. Alla casa, alla scuola, all'ufficio...
Le pareti, i pavimenti, le piastrelle del bagno, i termosifoni, i mobili, solo per citare alcuni. Ogni cosa ha una superficie che si può ben adattare, grazie alla tecnica del frottage, ad essere ricalcata.

Cosa serve?
Pastelli a cera e fogli.

Come si fa?
Si appoggia il foglio sulla superficie scelta e con il pastello tenuto orizzontalmente si sfrega.






Queste le superfici che in pochi minuti ho trovato a casa mia.

tiragraffi del gatto, piastrelle del bagno, vaso
termosifone, televisione, zerbino
pavimento parquet, muro, pavimento in ardesia

La caccia alla texture in giardino è poi un gioco che diverte i bambini stimolando l'osservazione negli oggetti che usano ogni giorno favorendone così un uso differente.

Scuola dell'infanzia – Bissone

Max Ernst nasce a Brühl, vicino a Colonia dal pittore autodidatta  Philipp Ernst e da Louise Kopp. Nel 1909 si iscrive all'Università di Bonn per studiare filosofia, ma abbandona presto questo indirizzo per dedicarsi al mondo dell'arte

Partecipa alla prima guerra mondiale. Nonostante il servizio militare, Ernst riesce a dedicarsi alla pittura, esponendo in una Galleria  d'arte che lo convincerà a pubblicare un articolo Sull'evoluzione del colore.  Ritornato a Colonia nel 1918 sposa Luise Strauss. La scoperta della pittura di Giorgio de Chirico lo spinge a realizzare un album di litografie, cioè delle stampe con la tecnica  chiamata "stampa chimica su pietra".

Nel suo secondo viaggio a Parigi nel 1920, ha modo di farsi apprezzare dai critici della capitale, riuscendo ad esporre alcune sue creazioni presso un'altra Galleria d'arte.  Importante è il suo incontro con alcuni esponenti del surrealismo, tra cui il principale André Breton. È il periodo in cui, forse ispirato da un suggestivo viaggio in Oriente, elabora una nuova tecnica pittorica, il frottage, con il quale realizza un ciclo di immagini, con il pittore Salvador Dalí e con il regista Luis Buñuel, dimostrandosi curioso e molto creativo. 

Compone dei romanzi-collages  realizzati con collages di immagini ricavate da opere scientifiche, enciclopedie mediche, cataloghi o racconti illustrati. Il montaggio dei collages molto curato per far scomparire i segni dei ritagli così da regalare all'opera un'apparenza di unità.

Nel 1941 il pittore raggiunge gli Stati Uniti,  dove rimane fino al 1953. Durante questo periodo, trascorso in Arizona, Ernst lavora instancabilmente, sperimentando nuove forme espressive, come il dripping, e realizzando importanti sculture tra le quali, per esempio, Il re che gioca con la regina (1944).



 Negli Stati Uniti si sposa prima con Peggy Guggenheim. Un importante museo a lei dedicato è presente a Venezia dopo la fine della seconda guerra Mondiale.  La seconda  moglie, Dorothea Tanning, lo seguirà in Europa,  dove Ernst  vinceàr il primo premio alla Biennale di Venezia nel 1954.

 Morirà a Parigi il primo aprile del 1976.